Ho sempre amato il disegno e sono sempre stato attratto dalle forme, dalle proporzioni e dall’armonia delle cose.
Ho appreso i primi insegnamenti di disegno e sviluppo delle forme
durante il periodo di frequenza del liceo artistico con i professori
Le Rose, Finotti e Trivella.
Durante il percorso lavorativo, nel campo del disegno dell’arredamento architettonico,
ho sempre coltivato e sviluppato il concetto della forma e della composizione.
Nel contempo ho seguito vari corsi di pittura ad olio, tra i quali il più duraturo con il maestro Roberto Nezzi
e dal 2017 frequento corsi liberi presso l’Accademia Belle Arti Cignaroli di Verona.
Ciò che più mi stimola è la ricerca continua di un’identità pittorica.
Scrivono di lui:
Il pensiero va alla tradizione figurativa della classicità rinascimentale italiana del Trecento e del Quattrocento,
rivissuta dalle correnti italiane del ritorno all’ordine degli anni Venti, come
Novecento, Valori Plastici e la pittura metafisica di De Chirico. C’è la stessa resa della realtà precisa,
curata nei particolari e ben definiti nello spazio.
Volti, figure, nature morte sono tutti ritratti, scenari immobili,
incantati, immersi in una magica sospensione.
I personaggi di Maimeri sia umani che animali, sia oggetti o atmosfere
vivono una situazione di classicità assorta e spesso inquietante.
Mi sovvengono le lucide realtà di Antonio Donghi,
Cagnaccio di San Pietro o i soggetti fissi, dai grandi occhi spalancati sul mondo di Christian Schad.
Maimeri ha imparato che la misura classica della geometria non restituisce consolanti certezze ma dà luogo a immagini che
tendono all’equilibrio di forme perfette e idealizzate, pur tuttavia pervase da sottili ambiguità e turbamenti.
                     
                     
                     
             Sabrina Baldanza