Annamaria Grisi nasce a Tregnago il 02/11/1957 risiede e lavora ad Azzago di Grezzana, Verona.
All’Accademia Belle Arti Cignaroli frequenta vari corsi tra i quali Disegno Anatomico, Scultura e Affresco.
Nel 2001 realizza una vetrata con lunetta, nella Pieve di Santa Maria Assunta di Montorio e nel 2010 un vetro nella Chiesa dei Finetti di Tregnago.
Espone in varie collettive e personali in Italia e all’estero: nella Galleria D’arte SPAZIO 6 VR- ARTE IN FIERA DI PADOVA- Palazzo Reale Innsbruck - Cattedrale di Verona - Velletri Roma. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche – collezione Villa Arvedi (ritratti) – Municipio di Bodenheim (Germania)) – Comune di Trento.
Dal 2012 è entrata a far parte della Società Belle Arti di VR, inoltre fa parte dell’U.C.A.I. Unione Cattolica Artisti Italiani – della Genziana Parona – delle Pittrici della Lessinia – e del gruppo Artisti di Grezzana. Dorante il suo percorso artistico, riceve riconoscimenti in molteplici concorsi nazionali, nel 2016 finalista al premio ARTE.
Scrivono di lei:
“La spiritualità dei suoi ritratti con una coloristica consona al soggetto rappresentato, coglie quegli attimi essenziali che definiscono la personalità dei suoi soggetti, carichi di pathos. La pittrice raccoglie, definendo in un esito poetico, i caratteri salienti dei suoi protagonisti.” Carlo Caporal:
“Passato e presente, intessuti da un’unica danza: la pittura si riveste di un’ardita sfida, ora colta tra il vibrare del vento tra le foglie, ora ritratto in un soggetto senza tempo. Memorie di oggi e di domani, l’arte di Annamaria Grisi è un’incessante ricerca tra colore ed emozione, tecnica e invenzione…” Roberta Tosi:
Originale la ricerca compositiva che parte dall’uso sapiente del colore per arrivare ad aggiungere tessuti e materiali che danno alle opere interessanti effetti dimensionali e le impreziosiscono di cromatismi e motivi decorativi che la pittura da sola non saprebbe esprimere. Sia nelle splendide poltrone che nelle madonne e nelle altre figure femminili l’effetto finale resta ancorato, con una punta di nostalgia, ad un “gusto del bello” passato, oggi forse perduto. Nicola Cordioli:
“L’opera realizzata con tecnica polimaterica, suggerisce un’analogia tra materia (frammenti di stoffa) e l’esistenza umana. Questa sedia è, al tempo stesso, il ricordo e la permanenza. Premio Città di Trento